Parole di pace nel Buddhismo Tibetano di Carla Freccero
Nel ringraziare Carla Freccero per la sua disponibilità pubblichiamo la prima parte del suo intervento su “Parole di pace”. La seconda l’abbiamo pubblicata anticipatamente il 31 mar 2013 (scorri sotto), in essa Carla ci illustrava come la visualizzazione della pace, in ambito tibetano, può assume il volto femminile di Tara, la “liberatrice” da tutte le costrizioni e repressioni che albergano nella mente.
La relazione è stata presentata all’incontro interreligioso promosso dal Tempio della Pace di Firenze nell’ambito della manifestazione di Terra Futura il 25 maggio del 2012. Un segno di riconoscenza va a Marco Romoli instancabile promotore di eventi funzionali ad alimentare messaggi di pace.
Parole di pace nel Buddhismo Tibetano
Innanzitutto voglio ringraziare per essere stata invitata qui al Tempio della Pace e per poter condividere con voi una riflessione sulla pace, pace interiore che poi naturalmente si riflette nell’ambiente esteriore. Gioisco di sapere che avete il mio medesimo obiettivo e soprattutto che vi impegnate per ottenerlo con il giusto metodo del seguire un sentiero spirituale che può avere differenze nella forma ma non nella sostanza e di sentire che siete amici spirituali.
Pace del cuore e della mente e felicità sono sinonimi e pur essendo noi tutti differenti nei molti aspetti della nostra individualità, abbiamo sicuramente il desiderio di portare o conservare la pace nel nostro cuore e quindi abbiamo il desiderio di essere felici.
Come esseri umani desideriamo il bene supremo della felicità e sappiamo che questo bene è strettamente legato a una mente tranquilla e pacifica, che contenga le emozioni e le passioni e non lasci che queste prendano il sopravvento creando turbamenti nella nostra mente.
La pacepuò avere molti volti, molto aspetti: è sicuramente connessa con la bellezza e con la bontà. Tradizionalmente nel buddhismo si parla di sei virtù che gli esseri santi, votati ad aiutare gli altri sino a quando anche l’ultimo essere sarà liberato dalla sofferenza, portano a compimento e alla perfezione. Si tratta delle virtù della moralità, pazienza, generosità, sforzo entusiastico, concentrazione e saggezza.
La paceè in sintonia con la moralità perché chi commette le azioni negative di corpo parola e mente come uccidere, rubare, mentire, tradire, chi è malvagio e mette malizia nei suoi pensieri e azioni, non può essere tranquillo.
La pace s’appoggia alla virtù della pazienza perché la rabbia sconvolge la nostra mente e la tormenta distruggendo la pace. Nel buddhismo si dice che la rabbia annienta tutti i meriti sorti precedentemente con le azioni positive compiute, in accordo ad una mente tranquilla.
La paceè in sintonia con la generosità, perché un cuore pacifico porta pace nell’ambiente intorno e diffonde energia luminosa che placa e guarisce. E’ un dono.
San Francesco diceva: possa io portarela paceovunque mi trovi.
La pace è in relazione con lo sforzo entusiastico, perché è un bene che si conquista con volontà, determinazione e fermezza. , non ci cade dall’alto senza aver fatto nulla per ottenerlo ma richiede la pratica della virtù.
La pace è ancora in connessione con la concentrazione che ci permette di far fronte alle difficoltà quotidiane sostenendo e fermando l’attenzione sulla calma mentale. Se le vicende della nostra quotidianità ci distraggono e ci fanno slittare in situazioni turbolente, ecco che noi attraverso la concentrazione riportiamo la nostra mente a uno stato di calma, che è oltretutto il modo più semplice e intelligente di risolvere i problemi. Attraverso la concentrazione disinneschiamo le mine della concettualità caotica e riportiamo la mente sulla pace e tranquillità.