Le Festività Buddhiste, Kathina in ottobre – Il dono delle vesti
Kathina – Festa del Sangha, della Comunità monastica.
nelle parole del Ven. Tae Hye sunim Abate del Tetmpio Musang Am, Il Tempio della “Non forma”
Nella tradizione buddhista ci sono tre festività importanti, collegati con i Tre Gioielli: la festa del Buddha, il Vesak, nel plenilunio di maggio; la festa del Dharma, Asalha-pūjā, nel plenilunio di luglio; e la festa del Sangha, Kathina, in autunno.
Nei paesi del sud-est asiatico una delle tre stagioni dell’anno è la stagione delle piogge, più o meno da luglio a ottobre. Nel periodo delle piogge i monaci fanno il ritiro monastico della durata di tre mesi, ed evitano di viaggiare molto e si concentrano sugli studi e nelle meditazioni. Dopo il ritiro monastico, dal giorno dopo il plenilunio di ottobre al plenilunio del mese successivo, i monaci sostituiscono i loro abiti vecchi con quelli nuovi donati. Nelle feste Kathina i laici colgono l’occasione di donare a loro delle stoffe nuove.
Secondo la tradizione, il Buddha diede un permesso speciale durante questo periodo all’assemblea dei monaci. Questi potevano designare uno di loro a ricevere la stoffa in rappresentanza di tutti gli altri. Così facendo evitavano che la stoffa risultasse insufficiente per ognuno. Il monaco designato doveva poi tagliare, cucire, tingere e marcare la stoffa entro il giorno della donazione per poi utilizzarla come una delle sue tre vesti.
Oggigiorno queste usanze sono cambiate. I laici offrono le vesti già confezionate. L’offerta della stoffa speciale si fa simbolicamente. Per poter organizzare questa festa ci deve essere un quorum minimo di cinque monaci. Un monaco, scelto dal Sangha presente, riceve la stoffa.Quest’abito è chiamato kathina, che letteralmente significa “duro”, perché prende il nome dall’attrezzo di legno con il quale veniva cucita la stoffa per confezionare l’abito. La parola “duro7” significa anche la fermezza della fede nei Tre Gioielli. Anche la festa si chiama Kathina. I due momenti più importanti nella festa sono: prima, l’offerta del cibo, vesti e altre cose ai monaci; secondo, l’offerta della veste kathina a un certo monaco.
Nella tradizione buddhista i laici rispettano i monaci portando cibo ed altre offerte al tempio. In molti luoghi in Sri Lanka e nei templi srilankesi in Italia ho visto questa grande devozione e lo spirito della comunità unita. La devozione è anche una manifestazione di metta, benevolenza. Metta è un atteggiamento gentile che noi dovremmo rivolgere a tutti gli esseri, cominciando danoi stessi, per poi irradiarla alle persone care, a tutti gli esseri umani e anche non-umani, come p.es. animali. Spesso recitiamo Karanīyametta-sutta in lingua pali.
In questo sutta il Buddha dice tra l’altro:
Come una madre con la sua vita
protegge suo figlio, il suo unico figlio;
così con cuore aperto
si abbia cura di ogni essere,
irradiando benevolenza sull’universo intero,
in alto verso il cielo, in basso verso gli abissi,
in ogni luogo senza limitazioni,
liberi da odio e rancore.
Fermi o camminando, seduti o distesi,
sempre quando si è svegli,
mantenere desta questa consapevolezza:
tale è la sublime dimora.
Che tutti gli esseri vivano felici e sicuri,
tutti, chiunque essi siano:
deboli o forti,
lunghi o possenti,
alti, medi o minuscoli,
visibili e non visibili,
vicini e lontani,
già nati o ancora non nati.
Che tutte le creature siano felici
Ghana sārappa dittena
dīpena tama dhaṃsinā
tiloka dīpaṃ Sambuddhaṃ
pūjayāmi tamonudaṃ
Con lumi splendenti
che disperdono l’oscurità,
rendo omaggio al Buddha, Luce dei tre mondi,
che dissipa il buio dell’ignoranza.