Il Samadhi, guida alla pratica del Ven. Tae Hye sunim
Ecco i suggerimenti per la pratica offerti dal Ven. Tae Hye sunim
Indicazioni per la pratica di Dharma, luglio-agosto 2019 (2563 E.B.): Retto raccoglimento contemplativo (samādhi)
La parola samādhi ha diversi significati. Può significare una pratica meditativa generale, che comprende il retto sforzo, la retta consapevolezza e il retto raccoglimento insieme. Praticando queste la mente è armoniosa sulla base della calma e attenzione. Spesso, però, col samādhi si intende particolarmente il raccoglimento contemplativo, l’ultima parte del Nobile ottuplice sentiero. I pensieri si calmano e si fermano mentre una chiara consapevolezza viene mantenuta.
Nel raccoglimento profondo ci sono diversi stadi che sono chiamati stati di dhyāna (in pali: jhāna). Samādhi non è estasi, trance o esaltazione mistica. Nello stato disamādhi (qualche volta tradotto come “enstasi”) la mente è silenziosa, per cui è l’opposto dell’estasi che è uno stato emotivamente agitato. Gli stati di dhyāna possono manifestarsi spontaneamente durante la meditazione, quando il pensare continuo cessa e arriva un senso di atemporalità. Non si può sperimentare sforzandosi.
Il samādhi nell’induismo è diverso, nel suo significato, da quello buddista. Nell’induismo significa di solito l’unione con il divino (Brahman, Ishvara). Nel buddhismo nei diversi stadi del samādhi regna l’unione del silenzio mentale e della consapevolezza chiara, cioè la presenza totale – spariscono avidità, avversione e oscurità mentale. Nei testi buddhisti antichi il samādhi è definito come “stabilità della mente”, “equilibrio”, “non-distrazione”, “assenza di disturbo”, “calma interiore” o “condizione della mente imperturbata”. Il Buddha disse:
“Monaci, questi sono i quattro stadi del samādhi. Quali quattro? C’è lo stadio del samādhi che quando sviluppato e perseguito conduce al piacere nella vita. C’è lo stadio del samādhi che quando sviluppato e perseguito conduce al conseguimento della conoscenza e della visione profonda. C’è lo stadio del samādhi che quando sviluppato e perseguito conduce alla consapevolezza e alla presenza mentale. C’è lo stadio del samādhi che quando sviluppato e perseguito, conduce alla fine degli influssi impuri.” |
(Samādhisutta, |
Per la pratica consiglio:
Praticare ogni giorno la calma interiore: chiedersi, se nella mente c’è calma consapevole o qualche tipo di agitazione durante la meditazione seduta e anche nelle diverse situazioni della vita. Ad esempio sul lavoro, nell’ambito famigliare, stando con persone difficili, guidando la macchina ecc. Nella seduta meditativa potete concentrare le energie nel basso addome (il dantian inferiore), così che il respiro diventa naturalmente un po’ più lento e sentite la calma che si diffonde nel corpo e nella mente.
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Nel Saccavibhanga-sutta (Majjhima-nikāya 141) Sāriputta disse:
“Qual’ è, o amici, il retto raccoglimento contemplativo (samādhi)?
Ecco, amici, lontano dai desideri sensuali e da cattivi stati mentali, il monaco entra e dimora nel primo stadio di raccoglimento (jhāna). In esso vi sono gioia e felicità derivate dal distacco (viveka) e accompagnate dal pensiero focalizzato (vitakka) e dall’investigazione (vicāra).
Venendo meno la focalizzazione e l’osservazione, il monaco entra e dimora nel secondo stadio di raccoglimento. In esso vi sono gioia e felicità derivate dalla concentrazione profonda e non accompagnate dal pensiero focalizzato e dall’investigazione; la mente è unificata, rivolta all’interno, serena.
Con lo svanire della gioia, essendo equanime, consapevole e perspicace, il monaco entra e dimora nel terzo stadio di raccoglimento e sente nel corpo quella felicità di cui i nobili dicono: “felice vive colui che è equanime e consapevole”.
Dopo di ciò, cessata la felicità e cessato il dolore, cessata la letizia e la tristezza, egli entra e dimora nel quarto stadio di raccoglimento che è privo di dolore e di felicità e possiede la purezza della consapevolezza e dell’equanimità.
Ciò, amici, è detto retto raccoglimento contemplativo.”
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2563 dell’Era sapienziale (dopo Buddha, Laozi, Pitagora ed Eraclito) / 2019 d.C.