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Meditazione naturale di Tae Hye sunim

Indicazioni per la pratica di Dharma – luglio-agosto 2024 (2568 E.B.): Meditazione naturale
Praticando la meditazione semplice ed essenziale all’inizio possiamo rilassarci e sentire attentamente il respiro. Ciò aiuta a concentrarsi e a calmare la mente. Quando ci sentiamo abbastanza calmi, possiamo iniziare a notare consapevolmente il flusso di sensazioni e pensieri senza reagire ad essi. Ci vuole un po’ di tempo. Alla fine, quando la mente è del tutto serena e consapevole, possiamo “lasciar andare” e sederci con mente e corpo uniti, senza un oggetto particolare.

Notiamo così la distinzione tra la coscienza e tutti gli stati transitori e le esperienze che sorgono e svaniscono al suo interno. Di solito noi esseri umani non comprendiamo questo punto e consideriamo reale ciascuno degli stati transitori. Ma quando le condizioni mutevoli, come la felicità e l’infelicità, vengono viste per quello che sono, troviamo la via della pace.

La meditazione non significa che stiamo fuggendo dal mondo o ritirandoci a guardare l’ombelico. Non significa indifferenza. Significa essere presenti, senza attaccarci a ciò che sta accadendo. Possiamo sperimentare e riconoscere i sentimenti e i pensieri, i conflitti, l’imprevedibilità della vita, e così imparare a fidarci dell’apertura della coscienza stessa.
Lasciamo ogni esperienza manifestarsi in modo naturale senza paura e contrazione.
Accettiamo le mutevoli condizioni della vita.

Nella tradizione buddhista si parla dei tre aspetti principali della meditazione. Essere concentrati e calmare la mente è shamatha. Osservare le cose con attenzione porta alla chiara visione, vipashyanā. Solo essere e lasciar andare è dhyāna. Questi tre sono un continuum della meditazione naturale. Diversi metodi possono aiutare ad essere in pace ed essere consapevoli. Comunque la meditazione non è una collezione dei metodi. La meditazione è chiara consapevolezza in ogni momento.
Ognuno può procedere secondo ciò che ritiene più affine a se stessi. Si può iniziare con la pratica di concentrazione, per passare poi alla consapevolezza, l’osservazione dei fenomeni. Quindi progredire da questa alla meditazione profonda non-duale. Se ti accorgi che i tuoi pensieri corrono frenetici e che la tua mente non è stabile, puoi sempre tornare alla concentrazione, seguire semplicemente il respiro. O anche contare i respiri da uno a dieci, se necessario.

Essenzialmente la meditazione non consiste nel fare o raggiungere qualcosa, ma nel manifestare la nostra natura fondamentale, che è silenziosa e vasta come lo spazio vuoto. Vivere in armonia con se stessi, con gli altri esseri, con l’universo.

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