Essere sommersi – Bhikkhu Munindo Dhammapada, 117
Riflessioni sul Dhammapada
LUNA NUOVA – Sabato 6 Dicembre 2014
Essere sommersi
Se compi un’azione malvagia
non ripeterla.
Evita di compiacertene nel ricordo.
Dolorosa è la conseguenza del male.
Dhammapada strofa 117
Quando perdiamo contatto con il nostro rifugio restiamo sommersi: veniamo assorbiti dall’attività della mente e perdiamo il senso della prospettiva. Il nostro rifugio è la presenza mentale ben sviluppata, una presenza incarnata, provata e collaudata sedendo, stando in piedi, camminando e stando sdraiati. Se un fondamento di retta consapevolezza non è saldamente costituito, le abitudini tendono a prendere piede; abitudini come l’indugiare malaccorto della mente nel passato. Se facciamo un errore, la pratica consiste nel mantenerne il ricordo nella consapevolezza solo per il tempo utile a imparare quanto dobbiamo imparare, e poi lasciarlo cadere, lasciar andare e ricominciare da capo. L’impeto delle emozioni negative ci sommerge solitamente quando la presenza mentale non è forte. Riaffermare consciamente e regolarmente il nostro impegno al rifugio è un modo di proteggerci dal restare sommersi.
Con Metta,
Bhikkhu Munindo
(Ringraziamenti a Chandra per la traduzione)
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