Una profondità che si apre, grazieThay
Toccare terra
Le parole di Thich Nhat Hanh tratte da esserepace.org sono le fertili radici da cui il karma, individuale e collettivo, di una ieri ricordato o dimenticato, con umiltà e con inesorabile forza fa emergere il senso del nostro essere qui. Un “nostro” senza confine nutrito dalla compassione e dalla gioia di ogni passo, di ogni respiro. Un ringraziamento all’Associazione “Essere pace” che ci fa vivere sull’onda di questo insegnamento.
La pratica del Toccare la Terra (detta anche pratica delle Prosternazioni) consiste nel ritornare alla Terra, alle nostre radici, ai nostri antenati, e riconoscere che non siamo soli ma che siamo invece connessi ad un’intera corrente di antenati spirituali e di sangue. Siamo la loro continuazione, e con loro continueremo nelle generazioni future. Tocchiamo la terra per lasciar andare l’idea di essere sconnessi da tutto il resto, e per ricordarci che siamo la Terra e parte della Vita.
Quando tocchiamo la Terra diventiamo piccoli, con l’umiltà e la semplicità di un bambino. Quando tocchiamo la Terra diventiamo grandi, come un vecchio albero che affonda le sue radici giù nella terra, dissetandosi alla sorgente di tutte le acque. Quando tocchiamo la Terra inspiriamo tutta la forza e la stabilità della Terra, ed espiriamo tutta la nostra sofferenza – le sensazioni di rabbia, odio, paura, inadeguatezza e dolore.
Le nostre mani si congiungono a formare un bocciolo di loto e dolcemente ci sdraiamo, in modo che gambe, braccia e fronte siano poggiate comodamente a terra. Toccando la Terra giriamo i palmi delle mani verso l’alto, mostrando la nostra apertura verso i tre gioielli, il Buddha, il Dharma e il Sangha.